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Da samaritane a bisognose

Nella nostra comunità di Lecce, con la presenza di numerose sorelle che operano nell’Istituto comprensivo scolastico integrato di bambini sordi e coetanei udenti, abbiamo sperimentato in modo forte e concreto la prossimità sull’esempio del buon samaritano, icona del nostro cammino verso il Capitolo XXI….
Si è verificato un contagio da COVID 19, e la macchina scolastica ha cambiato modalità di movimento: da didattica in presenza, a didattica a distanza. Nulla di anormale in questo tempo. In questa calamità le prime ad essere contagiate sono state le religiose impegnate nell’attività educativa e riabilitativa e poi, in catena di prossimità, anche le altre. E così che per la prima volta abbiamo vissuto l’esperienza di malattia, comune a tante religiose/i, operatori sanitari, uomini e donne che stanno combattendo una guerra sanitaria in senso attivo e passivo, a partire dal gennaio 2020. L’espressione corrente con cui si rispondeva alla domanda comune “Come state?” Era: “finora tutto bene, con l’aiuto del Signore”. C’è stato il tempo di prenderci cura degli altri attraverso la preghiera, la presenza, i gesti concreti di solidarietà. Oggi siamo noi le bisognose e le poche sorelle, risparmiate dal virus, si sono prese cura delle altre. Non è bastato, però, perché i bisogni delle sorelle malate e di quelle ospedalizzate sono tanti…… In questo momento abbiamo sperimentato l’azione di tanti samaritani, l’attenzione di chi, passandoci accanto, ha colto la nostra fragilità e i nostri bisogni. Ѐ stata una lezione di vita sperimentare che da curatori degli altri, siamo diventati bisognosi di cure. Dall’autosufficienza dell’azione del smaritano, siamo diventati il malcapitato di turno, fragile e povero.
La prima risposta generosa ci è venuta dalla Madre con il suo Consiglio, che, accogliendo la disponibilità immediata di alcune sorelle, le ha inviate nella nostra comunità per essere una presenza confortante, donare un aiuto concreto di carità, vivere una solidale partecipazione al dolore. Voglio ricordare le tre consorelle: Sr Lucia Neve Ingrosso, Sr Edigleyde Diniz de Oliveira, Sr Pierrine Pukankuranga che, in punta di piedi, si sono recate sul posto, superando timori e resistenze, per sostenere il piccolo gruppo di sorelle “sane”, che hanno vissuto l’esperienza della prima ora del dolore, in una sollecitudine che non aveva pausa, in una corsa contro il tempo.
Non ci sono mancati tanti buoni samaritani: genitori degli alunni, amici e volontari, che ci sono venuti incontro, in una gara di solidarietà, chi in un modo, chi in un altro, in primis i genitori degli alunni, che hanno manifestato che, quando si riceve gratuitamente, s’impara a donare gratuitamente. Abbiamo avvertito che, al di là della nostra famiglia religiosa, c’è la prossimità di una grande famiglia, la famiglia di coloro che nel ricevere un aiuto educativo, hanno assunto il ruolo di samaritani.
Questa è la vita… Imparare dagli altri ad essere prossimo, a diventare buon samaritano per gli altri, come diceva Gesù: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (Lc 10,37)