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giovani

Dritti al cuore

Due esperienze missionarie vissute insieme ai giovani nella Chiesa che cammina


Anche quest’anno, abbiamo avuto e abbiamo la grazia di vivere due esperienze missionarie profonde e trasformanti, in Ruanda e in Benin, insieme a un gruppo di giovani italiani accompagnati da Missione Effatà Onlus, associazione laicale nata nel 2007 proprio nella scia carismatica di San Filippo Smaldone, nostro fondatore.

Il progetto, significativamente intitolato Dritti al cuore, ci chiama a metterci in cammino come Chiesa in uscita, che si fa prossima, che ascolta, accompagna, serve e annuncia. In perfetta sintonia con l’invito che Papa Francesco ha rivolto alla vita consacrata e a tutto il Popolo di Dio: “Il sinodo è un tempo di ascolto, di discernimento e di cammino insieme”.

 

La missione in Ruanda

Nel mese di giugno, un primo gruppo di giovani, guidati da Mariassunta Frabotta, attuale presidente di Missione Effatà onlus, ha raggiunto il Ruanda, dove le nostre comunità sono segno di speranza tra i più piccoli, i malati e le famiglie provate. La presenza gioiosa delle giovani ha portato aria nuova, ha suscitato sorrisi e ha ravvivato in tutti il desiderio di un mondo più giusto e fraterno.

È stata un’esperienza intensa, fatta di ascolto, condivisione e servizio, animata dalle giovani e dall'incontro con i volti della missione.

Uno dei momenti più significativi è stato la donazione di un ecografo polmonare alla nostra comunità, offerto dall'azienda biomedica Amolab in sinergia con la trasmissione Report di RAI 3.
Questo strumento, prezioso per la diagnosi rapida e non invasiva di patologie polmonari, è ora a disposizione del nostro centro, a beneficio soprattutto dei bambini e degli ammalati. Un gesto di altissimo valore umano e medico, che testimonia come la collaborazione tra realtà laiche e missionarie possa generare vita e speranza.

 

La missione in Benin

Il 16 luglio, un secondo gruppo di 14 giovani – tra cui due seminaristi della diocesi di Lecce, Damiano e Filippo – è partito alla volta del Benin, dove le nostre missioni di Porto Novo e Péporiyakou attendono con gioia e gratitudine. Ad accompagnarli in questo tempo, suor Odette Nyiramanzi, nostra sorella e consigliera scolastica, missionaria di cuore e di vita.

Il programma prevede attività quotidiane a favore dei bambini del villaggio e dei ragazzi sordi, attraverso laboratori, giochi, momenti di evangelizzazione e preghiera. Ma anche giornate di servizio in ospedali da campo e di collaborazione con le donne del Centre San Filippo Smaldone, impegnate nella produzione di sapone artigianale: un progetto nato anni fa con il sostegno della CEI, oggi autosufficiente e duraturo, grazie all’impegno delle nostre sorelle e della comunità locale.

 

La nostra chiamata comune

Crediamo profondamente che queste esperienze, condivise in sinergia tra vita consacrata e laicato, siano segno profetico di quella “Chiesa tutta ministeriale” di cui ha parlato Papa Francesco nel cammino sinodale. Come ci ha ricordato anche Papa Benedetto XVI: “La missione rinnova la Chiesa, rafforza la fede e l’identità cristiana”.

Essere Chiesa insieme, giovani e consacrati, seminaristi e missionarie, è per noi un segno concreto della spiritualità di comunione che ci anima, e della missione che San Filippo Smaldone ha consegnato a tutte noi: servire i più fragili, educare i piccoli, ascoltare i silenzi di chi non ha voce.

 

La forza della sinergia: una Chiesa sinodale in missione

A rendere ancora più speciale il momento della partenza da Fiumicino è stata la presenza di suor Lucia Neve, nostra Madre Generale, insieme a suor Sissis, superiora della nostra comunità dell’Istituto di Roma, che hanno voluto condividere con i giovani un saluto, una benedizione e un segno di incoraggiamento prima del viaggio.

 

Ma il viaggio è cominciato già qualche giorno prima, con l’invio missionario celebrato nella cappella dell’Istituto Filippo Smaldone di Roma. In un clima di raccoglimento e di profonda comunione, Padre Marco ha guidato il rito dell'invio missionario impartendo la benedizione a tutti i giovani partecipanti, sotto lo sguardo premuroso e la protezione affettuosa delle suore della comunità, che con calore e preghiera hanno accompagnato questo nuovo inizio.

 

Continuiamo a camminare insieme, come ci invita il Vangelo, “perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20).

Queste esperienze sono segno visibile di una Chiesa sinodale, che cammina insieme, in comunione tra laici e consacrati, giovani e religiose, unite dallo stesso desiderio di servire, amare, annunciare.


Come ci ha ricordato Papa Francesco:

“Ogni battezzato è chiamato a diventare missionario del Vangelo, e la missione è sempre opera di Dio” .

 

Ringraziamo il Signore per quanto ci è dato di vivere, per le vite che abbiamo attraversato e per quelle che incroceremo e per i giovani che stanno imparando a “farsi prossimo” nei luoghi dove l’amore è più necessario. E siamo grate a Missione Effatà per il cammino condiviso, che ogni anno ci chiama sempre più profondamente ad andare, “dritti al cuore” dell’umanità.